La cinciarella dal capo blu

Da non confondere con la cinciallegra dal capo nero.

Cincia é il nome comune di molte specie di piccoli passeracei del genere Parus.

Ama vivere sugli alberi dove nidifica nei buchi dei tronchi o nei nidi lasciati incustoditi. Si ciba di insetti, larve e semi.

Molte sono le specie del genere Parus: la cincia mora (Parus ater); la cincia bigia (Parus palustris); la cincia bigia alpestre (Parus atricapillus montanus), che presenta una calotta nera sulla testa, un dorso bruno grigio, un petto e ventre biancastri; la cincia col ciuffo (Parus cristatus mistratus), caratterizzata dalle  penne del capo dal colore nero orlate di bianco che possono erigersi; la cincia codone o codibugnolo (Aegithalus caudatus), caratterizzata da una coda molto lunga rispetto al corpo; la cinciallegra (Parus major) che presenta un piumaggio nero sulla testa, guance bianche, un dorso dalla tonalità color verdastro, ali e coda grigio-azzurre, ventre giallo; la cinciarella (Parus coeruleus) caratterizzata dalla calotta della testa dal piumaggio celeste-azzurro e circondata da un collare nero, un dorso verde-giallastro, ali e coda azzurre, ventre giallo.

Cinciarella. Foto scattata con OM SYSTEM OM-1 MARK II+OM System M.Zuiko ED 150-600mm f5-6.3 IS in località Costabissara (zona Fornaci, roggia Contarina). Maurizio Romio
Cinciarella. Photo with OM SYSTEM OM-1 MARK II and OM System ED 150-600mm f5-6.3 IS. Maurizio Romio

Una cinciarella dal piumaggio variegato e dai colori sgargianti intenta a procurarsi il cibo

Cinciarella. Photo with OM SYSTEM OM-1 MARK II and M System M.Zuiko ED 150-600mm f5-6.3 IS. Maurizio Romio
Cinciarella. Foto scattata con OM SYSTEM OM-1 MARK II+OM System M.Zuiko ED 150-600mm f5-6.3 IS in località Costabissara (zona Fornaci, roggia Contarina). Maurizio Romio
Cinciarella. Foto scattata con OM SYSTEM OM-1 MARK II+OM System M.Zuiko ED 150-600mm f5-6.3 IS in località Costabissara (zona Fornaci, roggia Contarina). Maurizio Romio

The blue-headed tit

Not to be confused with the black-headed tit.

Tit is the common name for many species of small passerines of the genus Parus.

It loves to live in trees where it nests in holes in trunks or in nests left unattended. It feeds on insects, larvae and seeds.

There are many species of the genus Parus: the coal tit (Parus ater); the marsh tit (Parus palustris); the Alpine marsh tit (Parus atricapillus montanus), which has a black cap on its head, a grey-brown back, and a whitish chest and belly; the crested tit (Parus cristatus mistratus), characterised by black head feathers edged with white that can stand erect; the long-tailed tit (Aegithalus caudatus), characterised by a tail that is very long in relation to its body; the great tit (Parus major) which has black plumage on the head, white cheeks, a greenish-coloured back, grey-blue wings and tail, and a yellow belly; the blue tit (Parus coeruleus) characterised by a light blue-plumaged head crown surrounded by a black collar, a yellowish-green back, blue wings and tail, and a yellow-plumaged belly.

Photographic equipment

To take these images I used the following photographic equipment:

Camera: OM System OM-1 mark II

Lens: Telephoto OM SYSTEM M.Zuiko Digital ED 150-600mm F5.0-6.3 IS

Shot locations: Italy, Costabissara (VI)

Warm greetings to the blog visitors.

Maurizio Romio

Giornata dedicata al birdwatching nel Delta del Po. Fotografata una rara nutria albina.

Da poco ho aggiunto al mio corredo fotografico il recente teleobiettivo della OM System, l’M. Zuiko 150-600mm 5.0-6.3 IS.

Un teleobiettivo, il 150-600mm, con spiccate peculiarità per l’avifauna e quindi mi son detto: “Perché non provarlo direttamente nel suo ambiente più naturale, nel parco naturale del Delta del Po?”

Pubblico quindi di seguito una serie di immagini frutto di questi primi approcci all’uso di questo zoom super tele micro quattro terzi 150-600mm della OM System che, nel formato 35 mm, equivale ad un teleobiettivo 300-1200mm.

Come corpo macchina fotografica ho usato la mia fidata Olympus E-M10 Mark III.

Dal punto di vista meteorologico la giornata dedicata al test presenta una foschia diffusa, una condizione che si presenta di frequente nel mese di novembre, e quindi, “fotograficamente” ci si deve sintonizzare su questa linea d’onda, cercando di cogliere negli scatti ciò che in questo periodo la natura e i suoi “residenti”  offrono in termini di colori, situazioni e atmosfera.

Nel corso della giornata ho avuto occasione di scattare alcune immagini ad un rapace molto comune in questi luoghi del Delta del Po, la Poiana comune, nome scientifico  Buteo buteo Linnaeus, 1758.

Osservando la Poiana comune nel suo ambiente naturale ho potuto cogliere alcuni aspetti dei suoi momenti di caccia.

Eccola ritratta appoggiata su un punto di osservazione dominante dal quale osserva l’ambiente circostante pronta a scattare verso una possibile preda.

Nelle due immagini che seguono invece possiamo notare una poiana comune nascosta fra l’erba mentre scruta la folta vegetazione di un piccolo corso d’acqua.

Oppure la possiamo cogliere in volo lungo le sponde di un argine

Nell’immagine seguente vediamo una poiana ferma a terra in un punto dove il colore marrone predominante del suo piumaggio si mimetizza con il colore dell’ambiente circostante (click sull’immagine per ingrandire)

Altre immagini che ho scattato nel corso della giornata che ho dedicato al birdwatching.

Fotografata una rara nutria albina

In natura incontrare una nutria selvatica albina è molto raro. L’albinismo è una mutazione genetica poco presente nel regno animale e consiste nell’assenza della melanina, la sostanza che dà colore alla pelle, ai capelli e agli occhi con lo scopo di proteggere questi organi dalla luce solare.

Per questo motivo chi presenta questa forma di anomalia genetica è più a rischio di sopravvivenza, sia perché meno difeso difronte alle malattie e sia perché l’animale albino che vive in natura è più vulnerabile ai suoi predatori data la sua poca mimetizzazione nell’ambiente in cui vive. 

Ecco perché in natura è estremamente raro incontrare un animale selvatico albino.

Nutria albina – Delta del Po – località Porto Tolle (foto Maurizio Romio)
Nutria albina – Delta del Po – località Porto Tolle (foto Maurizio Romio)

Per la ripresa di queste immagini ho utilizzato la seguente attrezzatura fotografica:

Macchina fotografica: Olympus E-M10 Mark III

Lente: Teleobiettivo OM SYSTEM M.Zuiko Digital ED 150-600mm F5.0-6.3 IS 

Luoghi dello scatto: Sacca degli Scardovari – Porto Tolle (Rovigo)

Un cordiale saluto ai visitatori del blog. Maurizio Romio

Vita notturna nel delta del Po. I gufi, le civette e i barbagianni sono i signori della notte nel delta del Po

In occasione delle vacanze estive di agosto 2024, trascorse nel delta del Po, ho avuto occasione di incontrare e fotografare alcune specie di rapaci notturni, i veri padroni delle notti di questo ambiente naturale, unico ed esclusivo. Uccelli dei quali spesso nel corso delle notti si sente il loro canto ma che raramente si riescono a vedere.

Di seguito alcune mie brevi annotazioni che accompagnano le immagini. Per una migliore visione fare un singolo click sulle foto per ingrandirle

Gufo comune (Asio otus)

Osservando le immagini possiamo notare che le piume striate color marrone del gufo comune costituiscono un piumaggio mimetico ideale per questo rapace notturno. Il corpo del gufo ripreso in alcune delle seguenti foto lo si può visivamente interpretare come una naturale continuazione del paletto di legno sul quale appoggia.

Quando la decodificazione del suono diventa un importante strumento di caccia

Altra cosa che possiamo notare è la particolare conformazione del viso di questi rapaci notturni.

Presentano un viso rotondo quasi piatto simile ad una parabola satellitare. Questa particolare conformazione del viso aiuta ad esempio il gufo a far convergere i suoni su di sé ed indirizzarli verso i suoi organi uditivi. Attraverso le orecchie poste sulla sommità della testa il gufo, nel buio della notte, riesce a determinare le coordinate del punto di provenienza della fonte del suono, come può essere quello di una sua ipotetica preda ed indirizzarsi, volando nel buio, verso di essa. Un po’, se vogliamo, è come avere un metal detector in azione, più aumenta il suono più significa che siamo in prossimità e in direzione del nostro obiettivo.

Nella foto di seguito riprodotta si possono notare le grandi orecchie di cui è dotato il gufo.

Un gufo si sta preparando alla caccia . Video

Nel video seguente si può assistere al momento della preparazione del gufo allo spiccare in volo nel buio in direzione della preda.

Dopo un po’ il gufo ritorna con la sua preda fra gli artigli e può iniziare il suo pasto.

Nell’equilibrio della natura questi rapaci cibandosi molto spesso di ratti e topi svolgono un importante ruolo nel contenimento di questi roditori. Se pensiamo al tema della collaborazione nel mondo animale fra specie diverse spesso in passato, per questo loro importante ruolo, in prossimità delle fattorie venivano riservati ad alcune specie di rapaci dei sicuri rifugi dove poter trascorrere il loro tempo e nidificare. In cambio di questa accoglienza questi uccelli tenevano lontane alcune specie di animali considerate “pericolose” per l’uomo come appunto ratti, topi e serpenti.

Divieto di caccia ai rapaci sembra suggerire il gufo ritratto nella foto

La Civetta (Athene noctua)

La civetta (Athene noctua) ritratta nella foto è accovacciata seminascosta ai bordi della strada lungo la quale può trovare di cui nutrirsi. La civetta ha una dieta che può includere insetti, vermi, piccoli uccelli e mammiferi.

Presenta degli occhi con un giallo brillante.

Il nome scientifico “Athene noctua” si ricollega ad Atena, una delle più importanti divinità dell’antica religione greca. La civetta era uno dei simboli sacri di questa dea.

I caratteristici occhi della civetta, di un color giallo luminoso, attraverso i quali può vedere nell’oscurità, sono indice di saggezza, simbolo del saper vedere le cose nei momenti più bui, del saper vedere quello che normalmente non vediamo e, per rimanere in tempi più attuali, dell’andare oltre al  “WYSIATI”, abbreviazione di “What you see is all there is”, al “Quello che si vede è l’unica cosa che c’è”, termine riportato nel libro dal titolo “Pensieri lenti e veloci” dall’autore Daniel Kahneman, psicologo israeliano, vincitore nel 2002 del premio Nobel per l’economia assieme a Vernon Smith.

Barbagianni (Tyto alba)

Il barbagianni, ma quanto bello e dolce è il barbagianni.

Con il suo viso rotondo a forma di cuore e gli occhi neri dall’espressione dolce il termine rapace, così come noi lo interpretiamo, poco gli si addice.

I suoi artigli però incutono rispetto.

Con sincerità, mentre ero intento a fotografare un gufo appollaiato, devo ammettere che vedermi arrivare verso di me, fino a giungere a pochi metri di distanza, questa “immagine bianca vagante” sbucata dal buio, mi ha fatto prendere una grossa paura.

Questo elegante uccello nel piumaggio si presenta con un dorso dorato e una parte inferiore bianca, particolari che, uniti al viso a forma di cuore, lo rendono ben identificabile.

Anche per lui così, come per molte specie di rapaci, il suo amore per la caccia lungo i fossati posti ai bordi delle strade lo rende vulnerabile agli incidenti stradali.

Questo è stato il mio primo incontro con questi rapaci notturni

Un incontro del quale sono rimasto entusiasta.

Gufetto nella notte con “lacrima”

Per la ripresa di queste immagini ho utilizzato la seguente attrezzatura fotografica:

Macchina fotografica: Olympus E-M10 Mark III

Obiettivi: Olympus M.Zuiko 40-150mm F2.8 PRO

Luoghi dello scatto: Sacca degli Scardovari – Porto Tolle (Rovigo)

Un cordiale saluto ai visitatori del blog

Albanella reale (Circus cyaneus)

Con il termine Albanella si indica una serie di uccelli rapaci del genere Circus che comprende varie specie tra le quali l’albanella mezzana (Circus aeruginosus),  detta anche falco di palude, l’albanella reale (Circus cyaneus),  la pallida e la minore.

Di seguito alcune immagini del rapace della specie Albanella reale scattate in località Sacca degli Scardovari nel Comune di Porto Tolle in provincia di Rovigo.

Albanella reale in volo di perlustrazione

Nella foto sopra si vede un esemplare maschio di albanella reale mentre sta perlustrando il suo luogo di caccia. Si possono notare le cinque “dita” nella zona terminale delle ali. Questo particolare differenzia l’albanella reale dall’albanella minore in quanto quest’ultima presenta solamente quattro “dita”. Il maschio di albanella reale lo si riconosce dalle sfumature di grigio nella sua parte superiore, sul petto e dall’addome biancastro mentre la femmina, ripresa in volo nell’immagine sotto riportata, è prevalentemente marrone con striature chiaro scure.

Albanella reale (femmina)

L’albanella predilige le zone aperte, in particolar modo quelle paludose, dove si ciba di insetti e di piccoli mammiferi, rettili e anfibi.

Momenti di caccia

Albanella reale in un momento di caccia.
L’Albanella reale stringe sicura con i propri artigli una piccola preda appena catturata. Si nutre in particolar modo di piccoli roditori e uccelli.
 
Albanella reale in volo con preda
Albanella reale in volo con la preda fra gli artigli,
Albanella reale in volo radente al terreno

L’albanella nidifica al suolo

Esemplare maschio di albanella reale

La modalità di nidificare al suolo dell’albanella la rende particolarmente vulnerabile ai cambiamenti antropici o naturali del terreno.

A volte può succedere che il nido possa trovarsi in un campo coltivato, magari a cereali, ed in questo caso, se il periodo della nidificazione coincide con quello della mietitura, si può verificare incidentalmente la perdita dell’intera covata a causa dell’uso dei macchinari utilizzati per la raccolta del cereale. Durante il periodo della cova generalmente è il maschio che si occupa di cercare il cibo anche per la femmina impegnata a covare.

Apertura alare dell’albanella reale

Albanella reale

L’apertura alare di un esemplare adulto di albanella reale può raggiungere i 120 cm.

Attrezzatura fotografica usata per le riprese delle immagini pubblicate in questo post:

Macchina fotografica: Olympus E-M10 Mark III

Obiettivi:

Olympus M.Zuiko 100-400mm F5.0-6.3 + MC-20

Luoghi dello scatto: Sacca degli Scardovari – Porto Tolle (Rovigo)

Una garzetta a pesca

Livrea bianca, becco e zampe nere, piedi gialli, una garzetta in attesa di una battuta di pesca lungo le sponde della Sacca degli Scardovari a Porto Tolle (RO). (Cliccare sulle immagini per ingrandirle sullo schermo)

Garzetta (Egretta garzetta)
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 23 dicembre 2023. Località: Santa Giulia, Porto Tolle, Italia. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3, ƒ/6.3, 1/3200 sec., 400 mm, efov 800 mm, ISO 500, crop. (Cliccare sulle immagini per ingrandirle sullo schermo) – (cliccare sulla foto per ingrandirla)

Nome scientifico “Egretta garzetta”

Una garzetta a pesca lungo le sponde della Sacca degli Scardovari.

Garzetta (Egretta garzetta)

E’ bello osservare la tecnica di pesca di questi uccelli. Con un movimento vibratorio della gamba smuovono il fondo per localizzare le prede, aiutandosi con le ali aperte per meglio localizzarle visivamente, per poi catturarle  con un repentino colpo di becco.

Garzetta (Egretta garzetta)
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 23 dicembre 2023. Località: Santa Giulia, Porto Tolle, Italia. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3, ƒ/6.3, 1/3200 sec., 400 mm, efov 800 mm, ISO 500, crop.

Nelle immagini seguenti si può notare il candido piumaggio della garzetta. (Cliccare sulle immagini per ingrandirle sullo schermo)

Durante il periodo riproduttivo, aprile-maggio,  sul capo, sul petto e nella zona scapolare compaiono  soffici e candide penne ornamentali.

Garzetta (Egretta garzetta) con il piumaggio ornamentale.
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Porto Tolle, Italia. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/500 sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 320, crop

In passato le piume di questi uccelli erano molto richieste nel mondo della moda come ornamento e le garzette, a causa di una caccia indiscriminata, soprattutto concentrata nel periodo di maggior splendore delle loro piume coincidente con il periodo riproduttivo,  hanno rischiato l’estinzione.

Garzetta (Egretta garzetta) con verme.

Con l’introduzione di leggi per la loro salvaguardia negli anni questa specie ha potuto tornare ad espandersi e oggi la garzetta è considerata come specie a rischio minimo di estinzione.

La garzetta si nutre in particolare di piccoli pesci, rane, vermi, gamberi, molluschi.

Garzetta (Egretta garzetta) con verme.
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Porto Tolle, Italia. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/250 sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 500, crop

Gheppio con pulcini

Gheppio (maschio). Foto Maurizio Romio. Data scatto: giugno 2023. Località: Vicenza. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3, ƒ/6.3, 1/1000 sec., 400 mm, efov 800 mm, ISO 1600, cropped.

Papà Gheppio con i suoi tre pulcini ripresi in località Viale F. Rodolfi a Vicenza nei pressi del Seminario Vescovile. (Foto Maurizio Romio)

Gheppio (maschio) con pulcini
Pulcini di gheppio
Gheppio con preda
Gheppio con preda per pulcino
Gheppio (maschio) con nidiata di pulcini

Alzavola (Anas crecca)

Alzavola (Anas crecca). Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Delta del Po,Italy. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/400sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1600, crop

Honeymoon – Delta del Po

Mentre la femmina di Volpoca si nutre, il compagno maschio scruta l’ambiente circostante per sincerarsi che non ci siano minacce. L’amica Pettegola, loro accanto, in un aiuto vicendevole conferisce un ulteriore conforto ai pericoli. 

Coppia di Volpoca (Tadorna tadorna) e l’amica “sentinella” Pettegola (Tringa totanus).
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Delta del Po,Italy. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/160 sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 500, treppiede, crop. (Click on the photo to enlarge)
Coppia di Volpoca (Tadorna tadorna).
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Delta del Po,Italy. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/160 sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 500, treppiede, crop. (Click on the photo to enlarge)
Volpoca – maschio (Tadorna tadorna).
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Delta del Po,Italy. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/13, 1/160 sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 400, treppiede, crop. (Click on the photo to enlarge)
Volpoca – femmina (Tadorna tadorna).
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Delta del Po,Italy. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/640 sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1600, treppiede, crop. (Click on the photo to enlarge)
Volpoca – maschio (Tadorna tadorna) e l’amica “sentinella” Pettegola (Tringa totanus).
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Delta del Po,Italy. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/640 sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1250, treppiede, crop. (Click on the photo to enlarge)

Volpoca (nome scientifico Tadorna tadorna)

Il nome comune di questo uccello,  volpoca, composto dai nomi “volpe” e “oca”, volp – oca, deriva dal fatto che questo volatile spesso utilizza, come riparo per la riproduzione, i cunicoli scavati nel terreno dalle volpi o da altri animali. Si distingue facilmente il maschio di volpoca dalla femmina osservando il becco; il maschio ha il becco color rosso e presenta un piccolo rigonfiamento prominente su di esso mentre la femmina presenta un becco color rosa arancio senza la protuberanza caratteristica del becco del maschio.

Volpoca (Tadorna tadorna). Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/1250, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1600, messa a fuoco manuale, treppiede (foto Maurizio Romio).

La volpoca preferisce zone salmastre, costiere e sabbiose. Si ciba principalmente di alghe, crostacei, piccoli pesci, insetti, vermi, lumache acquatiche che cerca immergendo il suo becco nell’acqua o nel terreno fangoso.

Volpoca (Tadorna tadorna). Località: Delta del Po. Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/400, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1250, messa a fuoco manuale, treppiede (foto Maurizio Romio).
Volpoca (Tadorna tadorna). Località: Delta del Po. Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/13, 1/2500, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 3200, messa a fuoco manuale, treppiede (foto Maurizio Romio).
Volpoche e aironi in volo. Località: Delta del Po. Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/13, 1/1000, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 500, messa a fuoco manuale, treppiede (foto Maurizio Romio).

Note. Come per il mio precedente articolo del 15 marzo 2023 dal titolo “M Zuiko Digital lens ED 100 400 F5.0 6.3 IS with M Zuiko Digital 2x teleconverter MC-20” per i scatti fotografici ho usato il teleobiettivo Olympus M. Zuiko 100 400 f5.00-6.3 IS collegato al teleconverter M. Zuiko 2X MC-20 allo scopo di capire i vantaggi e i limiti di questo abbinamento.

Shelduck (scientific name Tadorna tadorna)

The common Italian name of this bird, “Volpoca” derives from the fact that it often uses burrows dug in the ground by foxes or other animals as breeding shelter. One can easily distinguish the male shelduck from the female by observing the beak; the male has a red-colored beak and has a small prominent bulge on it while the female has an orange-pink beak without the protuberance characteristic of the male’s beak. The shelduck prefers brackish, coastal and sandy areas. It feeds mainly on algae, crustaceans, small fish, insects, worms, and aquatic snails, which it searches for by dipping its beak into water or muddy soil.

Notes. As in my previous article dated March 15, 2023 titled “M Zuiko Digital lens ED 100 400 F5.0 6.3 IS with M Zuiko Digital 2x teleconverter MC-20” for the photographic shots, I used the Olympus M. Zuiko 100 400 f5.00-6.3 IS telephoto lens connected to the M. Zuiko 2X teleconverter MC-20 for the purpose of understanding the advantages and limitations of this combination.

M Zuiko Digital lens ED 100 400 F5.0 6.3 IS with M Zuiko Digital 2x teleconverter MC-20

Continua la mia esperienza nel campo della fotografia alla fauna selvatica. Al mio corredo fotografico Olympus, ora OM Digital Solution, ho recentemente aggiunto un duplicatore di focale 2x. Per capirne l’uso e la praticità ho deciso quindi di scattare alcune fotografie agli uccelli nel mio circondario utilizzando la mia macchina fotografica Olympus OM-D E M10 III in abbinamento con il teleobiettivo M. Zuiko Digital ED 100 400 f5.00-6.3 IS e il duplicatore di focale M.Zuiko Teleconverter MC-20. L’obiettivo M.Zuiko 100-400mm micro quattro terzi offre la lunghezza focale 200-800mm  del formato full frame 35 mm. Applicando a quest’ ottica il duplicatore di focale Teleconverter MC-20 si raddoppia la lunghezza focale  e alla massima estensione dell’obiettivo si arriva ai 1600mm del formato 35 mm. Ho cercato in questo contesto di tener presente e provare ad esprimere attraverso questi miei scatti il concetto antico dell’ aurea mediocritas che considera aureo la via di mezzo tra gli opposti o, per usare un altro termine, tra gli estremi.  

Garzetta (Egretta garzetta). Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/13, 1/125, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1600, scatto a mano libera (foto Maurizio Romio).
Merlo (Turdus merula). Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/13, 1/320, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1600, treppiede (foto Maurizio Romio).

Vari sono gli elementi con i quali mediare, in primis la velocità di scatto e la sensibilità ISO. Naturalmente le dimensioni del soggetto fotografato e la sua distanza dal punto di ripresa condizionano il risultato che si può ottenere. Un uccellino di 14 cm ad una distanza di 40 metri fotografato con una focale m4/3 di  800mm occupa circa il 20% del sensore.

Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros). Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/13 1/2000, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1000, treppiede (foto Maurizio Romio).

In post produzione si può eventualmente procedere all’ingrandimento dell’immagine originale ma in questo caso si perde in qualità. Di una foto è importante valutare anche il suo significato intrinseco. A volte un interesse documentaristico può prevalere rispetto alla resa fotografica.  

Codibugnolo (Aegithalos caudatus). Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/12.4, 1/250, 539 mm, efov 1078 mm, ISO 1600, treppiede (foto Maurizio Romio).

La visione dei minimi dettagli del soggetto fotografato può essere secondaria rispetto ad altri aspetti.

Tortora dal collare (Streptopelia decaocto). Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/200, 600 mm, efov 1200 mm, ISO 1600, treppiede (foto Maurizio Romio).
Passero d’Italia (P. italiae). Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/13 1/250, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1600, treppiede (foto Maurizio Romio).
Merlo -femmina (Turdus merula). Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/13, 1/60, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 1600, treppiede (foto Maurizio Romio).

My experience in wildlife photography continues. To my Olympus photography kit, now OM Digital Solution, I recently added a 2x focal length duplicator. Therefore, to understand its use and practicality, I decided to take some photographs of birds in my surroundings using my Olympus OM-D E M10 III camera in combination with the M. Zuiko Digital ED 100 400 f5.00-6.3 IS telephoto lens and the M.Zuiko Teleconverter MC-20 focal length duplicator. The M.Zuiko 100-400mm micro four-thirds lens offers the 200-800mm focal length of the 35mm full frame format. Applying the Teleconverter MC-20 focal length duplicator to this ‘optic doubles the focal length and at the maximum extension of the lens reaches 1600mm of the 35 mm format. I have tried in this context to keep in mind and try to express through these shots of mine the ancient concept of ‘aurea mediocritas that considers golden the middle ground between opposites or, to use another term, between extremes.  Various are the elements with which to mediate, primarily the shooting speed and ISO sensitivity. Of course, the size of the subject being photographed and its distance from the shooting point condition the result that can be achieved. A 14-cm bird at a distance of 40 meters photographed with an m4/3 focal length of 800mm takes up about 20 percent of the sensor. In post production one can possibly enlarge the original image but in this case quality is lost. Of a photo it is also important to evaluate its intrinsic meaning. Sometimes a documentary interest may outweigh photographic output.  Seeing the smallest details of the photographed subject may be secondary to other aspects.