Giornata dedicata al birdwatching nel Delta del Po. Fotografata una rara nutria albina.

Da poco ho aggiunto al mio corredo fotografico il recente teleobiettivo della OM System, l’M. Zuiko 150-600mm 5.0-6.3 IS.

Un teleobiettivo, il 150-600mm, con spiccate peculiarità per l’avifauna e quindi mi son detto: “Perché non provarlo direttamente nel suo ambiente più naturale, nel parco naturale del Delta del Po?”

Pubblico quindi di seguito una serie di immagini frutto di questi primi approcci all’uso di questo zoom super tele micro quattro terzi 150-600mm della OM System che, nel formato 35 mm, equivale ad un teleobiettivo 300-1200mm.

Come corpo macchina fotografica ho usato la mia fidata Olympus E-M10 Mark III.

Dal punto di vista meteorologico la giornata dedicata al test presenta una foschia diffusa, una condizione che si presenta di frequente nel mese di novembre, e quindi, “fotograficamente” ci si deve sintonizzare su questa linea d’onda, cercando di cogliere negli scatti ciò che in questo periodo la natura e i suoi “residenti”  offrono in termini di colori, situazioni e atmosfera.

Nel corso della giornata ho avuto occasione di scattare alcune immagini ad un rapace molto comune in questi luoghi del Delta del Po, la Poiana comune, nome scientifico  Buteo buteo Linnaeus, 1758.

Osservando la Poiana comune nel suo ambiente naturale ho potuto cogliere alcuni aspetti dei suoi momenti di caccia.

Eccola ritratta appoggiata su un punto di osservazione dominante dal quale osserva l’ambiente circostante pronta a scattare verso una possibile preda.

Nelle due immagini che seguono invece possiamo notare una poiana comune nascosta fra l’erba mentre scruta la folta vegetazione di un piccolo corso d’acqua.

Oppure la possiamo cogliere in volo lungo le sponde di un argine

Nell’immagine seguente vediamo una poiana ferma a terra in un punto dove il colore marrone predominante del suo piumaggio si mimetizza con il colore dell’ambiente circostante (click sull’immagine per ingrandire)

Altre immagini che ho scattato nel corso della giornata che ho dedicato al birdwatching.

Fotografata una rara nutria albina

In natura incontrare una nutria selvatica albina è molto raro. L’albinismo è una mutazione genetica poco presente nel regno animale e consiste nell’assenza della melanina, la sostanza che dà colore alla pelle, ai capelli e agli occhi con lo scopo di proteggere questi organi dalla luce solare.

Per questo motivo chi presenta questa forma di anomalia genetica è più a rischio di sopravvivenza, sia perché meno difeso difronte alle malattie e sia perché l’animale albino che vive in natura è più vulnerabile ai suoi predatori data la sua poca mimetizzazione nell’ambiente in cui vive. 

Ecco perché in natura è estremamente raro incontrare un animale selvatico albino.

Nutria albina – Delta del Po – località Porto Tolle (foto Maurizio Romio)
Nutria albina – Delta del Po – località Porto Tolle (foto Maurizio Romio)

Per la ripresa di queste immagini ho utilizzato la seguente attrezzatura fotografica:

Macchina fotografica: Olympus E-M10 Mark III

Lente: Teleobiettivo OM SYSTEM M.Zuiko Digital ED 150-600mm F5.0-6.3 IS 

Luoghi dello scatto: Sacca degli Scardovari – Porto Tolle (Rovigo)

Un cordiale saluto ai visitatori del blog. Maurizio Romio

Vita notturna nel delta del Po. I gufi, le civette e i barbagianni sono i signori della notte nel delta del Po

In occasione delle vacanze estive di agosto 2024, trascorse nel delta del Po, ho avuto occasione di incontrare e fotografare alcune specie di rapaci notturni, i veri padroni delle notti di questo ambiente naturale, unico ed esclusivo. Uccelli dei quali spesso nel corso delle notti si sente il loro canto ma che raramente si riescono a vedere.

Di seguito alcune mie brevi annotazioni che accompagnano le immagini. Per una migliore visione fare un singolo click sulle foto per ingrandirle

Gufo comune (Asio otus)

Osservando le immagini possiamo notare che le piume striate color marrone del gufo comune costituiscono un piumaggio mimetico ideale per questo rapace notturno. Il corpo del gufo ripreso in alcune delle seguenti foto lo si può visivamente interpretare come una naturale continuazione del paletto di legno sul quale appoggia.

Quando la decodificazione del suono diventa un importante strumento di caccia

Altra cosa che possiamo notare è la particolare conformazione del viso di questi rapaci notturni.

Presentano un viso rotondo quasi piatto simile ad una parabola satellitare. Questa particolare conformazione del viso aiuta ad esempio il gufo a far convergere i suoni su di sé ed indirizzarli verso i suoi organi uditivi. Attraverso le orecchie poste sulla sommità della testa il gufo, nel buio della notte, riesce a determinare le coordinate del punto di provenienza della fonte del suono, come può essere quello di una sua ipotetica preda ed indirizzarsi, volando nel buio, verso di essa. Un po’, se vogliamo, è come avere un metal detector in azione, più aumenta il suono più significa che siamo in prossimità e in direzione del nostro obiettivo.

Nella foto di seguito riprodotta si possono notare le grandi orecchie di cui è dotato il gufo.

Un gufo si sta preparando alla caccia . Video

Nel video seguente si può assistere al momento della preparazione del gufo allo spiccare in volo nel buio in direzione della preda.

Dopo un po’ il gufo ritorna con la sua preda fra gli artigli e può iniziare il suo pasto.

Nell’equilibrio della natura questi rapaci cibandosi molto spesso di ratti e topi svolgono un importante ruolo nel contenimento di questi roditori. Se pensiamo al tema della collaborazione nel mondo animale fra specie diverse spesso in passato, per questo loro importante ruolo, in prossimità delle fattorie venivano riservati ad alcune specie di rapaci dei sicuri rifugi dove poter trascorrere il loro tempo e nidificare. In cambio di questa accoglienza questi uccelli tenevano lontane alcune specie di animali considerate “pericolose” per l’uomo come appunto ratti, topi e serpenti.

Divieto di caccia ai rapaci sembra suggerire il gufo ritratto nella foto

La Civetta (Athene noctua)

La civetta (Athene noctua) ritratta nella foto è accovacciata seminascosta ai bordi della strada lungo la quale può trovare di cui nutrirsi. La civetta ha una dieta che può includere insetti, vermi, piccoli uccelli e mammiferi.

Presenta degli occhi con un giallo brillante.

Il nome scientifico “Athene noctua” si ricollega ad Atena, una delle più importanti divinità dell’antica religione greca. La civetta era uno dei simboli sacri di questa dea.

I caratteristici occhi della civetta, di un color giallo luminoso, attraverso i quali può vedere nell’oscurità, sono indice di saggezza, simbolo del saper vedere le cose nei momenti più bui, del saper vedere quello che normalmente non vediamo e, per rimanere in tempi più attuali, dell’andare oltre al  “WYSIATI”, abbreviazione di “What you see is all there is”, al “Quello che si vede è l’unica cosa che c’è”, termine riportato nel libro dal titolo “Pensieri lenti e veloci” dall’autore Daniel Kahneman, psicologo israeliano, vincitore nel 2002 del premio Nobel per l’economia assieme a Vernon Smith.

Barbagianni (Tyto alba)

Il barbagianni, ma quanto bello e dolce è il barbagianni.

Con il suo viso rotondo a forma di cuore e gli occhi neri dall’espressione dolce il termine rapace, così come noi lo interpretiamo, poco gli si addice.

I suoi artigli però incutono rispetto.

Con sincerità, mentre ero intento a fotografare un gufo appollaiato, devo ammettere che vedermi arrivare verso di me, fino a giungere a pochi metri di distanza, questa “immagine bianca vagante” sbucata dal buio, mi ha fatto prendere una grossa paura.

Questo elegante uccello nel piumaggio si presenta con un dorso dorato e una parte inferiore bianca, particolari che, uniti al viso a forma di cuore, lo rendono ben identificabile.

Anche per lui così, come per molte specie di rapaci, il suo amore per la caccia lungo i fossati posti ai bordi delle strade lo rende vulnerabile agli incidenti stradali.

Questo è stato il mio primo incontro con questi rapaci notturni

Un incontro del quale sono rimasto entusiasta.

Gufetto nella notte con “lacrima”

Per la ripresa di queste immagini ho utilizzato la seguente attrezzatura fotografica:

Macchina fotografica: Olympus E-M10 Mark III

Obiettivi: Olympus M.Zuiko 40-150mm F2.8 PRO

Luoghi dello scatto: Sacca degli Scardovari – Porto Tolle (Rovigo)

Un cordiale saluto ai visitatori del blog

Gruccione in volo nel Delta del Po

Il gruccione è un bellissimo uccello insettivoro che ogni anno raggiunge alcune aree della nostra penisola italiana durante i mesi estivi. Si tratta dell’uccello più colorato che si può osservare nel nostro continente europeo.

La specie giunge nel nostro Paese tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, per ripartire ad agosto inoltrato verso l’Africa.

I gruccioni amano i luoghi con spazi naturali aperti nei pressi di cespugli, alberi e tralicci e vicino a corsi d’acqua.

Golosi di api, vespe e calabroni si nutrono di insetti catturati in aria con sortite in volo da punti di partenza costituiti da rami o linee elettriche.

I gruccioni sono monogami per tutta la loro vita e vivono mediamente 6 anni.

Una particolarità del gruccione è il modo con cui realizza i nidi. Difatti questi ultimi vengono realizzati costruendo dei cunicoli, che possono arrivare anche ad una lunghezza di alcuni metri, su pareti o sponde argillose o sabbiose.

(foto entrata di un nido di gruccione)
(avvicinamento del gruccione al nido)

La femmina depone dalle 5 alle 8 uova. Entrambi i sessi si occupano della cova, che dura circa 20 giorni. Di solito la specie effettua una covata l’anno.

I pulcini rimangono in fondo al cunicolo del nido per circa un mese e successivamente, alternandosi gli uni con gli altri, si spingono lungo il cunicolo del nido per ricevere il cibo. Nel mese di luglio i giovani escono all’aperto ed iniziano a volare restando però sempre nei pressi del loro nido all’interno del quale trascorrono la notte. I piccoli continuano comunque ad essere nutriti dai genitori fino a quasi il momento della migrazione verso l’Africa subsahariana che avverrà nei mesi di agosto settembre.

Il riconoscimento degli esemplari giovani rispetto ai gruccioni adulti lo si può notare osservando la coda: le penne della coda dei giovani sono di lunghezza simile, mentre negli adulti le penne direzionali centrali sono più lunghe.

Il gruccione ha un volo ondulato con rapide battute d’ala e a volte inframezzato con brevi momenti, di volo, ad ali raccolte che lo portano ad assumere posizioni particolari.

In cielo, nei momenti di caccia, il gruccione lo si può vedere veleggiare elegantemente simile ad un aquilone dai mille colori sgargianti.

Bee-eater in flight in the Po Delta

The bee-eater is a beautiful insectivorous bird that reaches some areas of our Italian peninsula every year during the summer months. It is the most colorful bird that can be observed on our European continent.

The species arrives in our country between the end of April and the beginning of May, before leaving to Africa in August-September.

Bee-eaters love places with natural open spaces near bushes, trees and trellises and near streams.

Greedy of bees, wasps and hornets feed on insects captured in the air with sorties in flight from starting points made up of branches or power lines.

Bee-eaters are monogamous throughout their lives and live on average 6 years.

A peculiarity of the bee-eater is the way it builds its nests. In fact, the latter are created by building tunnels, which can even reach a length of several metres, on clay or sandy walls or banks.

The female lays 5 to 8 eggs. Both sexes take care of the brooding, which lasts about 20 days. The species usually has one brood per year.

The chicks remain at the bottom of the nest tunnel for about a month and then, alternating with each other, push themselves along the nest tunnel to receive food. In the month of July the young go out into the open air and begin to fly, but always remain near their nest where they spend the night. However, the young continue to be fed by their parents until almost the moment of migration towards sub-Saharan Africa which will take place in the months of August and September.

The recognition of young specimens compared to adult bee-eaters can be seen by observing the tail: the tail feathers of juveniles are of similar length, while in adults the central directional feathers are longer.

The bee-eater has an undulating flight with rapid wing beats and sometimes interspersed with short moments of flight with gathered wings which lead it to assume particular positions; in the sky, during hunting moments, the bee-eater can be seen sailing elegantly similar to a kite with a thousand bright colours.

Photographic equipment used for shooting the images published in this post:

Camera: Olympus E-M10 Mark III

Lens:

Olympus M.Zuiko ED 40-150mm F2.8 PRO

Olympus M.Zuiko 100-400mm F5.0-6.3 + MC-20

Shooting locations: Sacca degli Scardovari – Porto Tolle (Rovigo)

Attrezzatura fotografica usata per le riprese delle immagini pubblicate in questo post:

Macchina fotografica: Olympus E-M10 Mark III

Obiettivi:

Olympus M.Zuiko ED 40-150mm F2.8 PRO

Olympus M.Zuiko 100-400mm F5.0-6.3 + MC-20

Luoghi dello scatto: Sacca degli Scardovari – Porto Tolle (Rovigo)

Una garzetta a pesca

Livrea bianca, becco e zampe nere, piedi gialli, una garzetta in attesa di una battuta di pesca lungo le sponde della Sacca degli Scardovari a Porto Tolle (RO). (Cliccare sulle immagini per ingrandirle sullo schermo)

Garzetta (Egretta garzetta)
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 23 dicembre 2023. Località: Santa Giulia, Porto Tolle, Italia. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3, ƒ/6.3, 1/3200 sec., 400 mm, efov 800 mm, ISO 500, crop. (Cliccare sulle immagini per ingrandirle sullo schermo) – (cliccare sulla foto per ingrandirla)

Nome scientifico “Egretta garzetta”

Una garzetta a pesca lungo le sponde della Sacca degli Scardovari.

Garzetta (Egretta garzetta)

E’ bello osservare la tecnica di pesca di questi uccelli. Con un movimento vibratorio della gamba smuovono il fondo per localizzare le prede, aiutandosi con le ali aperte per meglio localizzarle visivamente, per poi catturarle  con un repentino colpo di becco.

Garzetta (Egretta garzetta)
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 23 dicembre 2023. Località: Santa Giulia, Porto Tolle, Italia. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3, ƒ/6.3, 1/3200 sec., 400 mm, efov 800 mm, ISO 500, crop.

Nelle immagini seguenti si può notare il candido piumaggio della garzetta. (Cliccare sulle immagini per ingrandirle sullo schermo)

Durante il periodo riproduttivo, aprile-maggio,  sul capo, sul petto e nella zona scapolare compaiono  soffici e candide penne ornamentali.

Garzetta (Egretta garzetta) con il piumaggio ornamentale.
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Porto Tolle, Italia. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/500 sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 320, crop

In passato le piume di questi uccelli erano molto richieste nel mondo della moda come ornamento e le garzette, a causa di una caccia indiscriminata, soprattutto concentrata nel periodo di maggior splendore delle loro piume coincidente con il periodo riproduttivo,  hanno rischiato l’estinzione.

Garzetta (Egretta garzetta) con verme.

Con l’introduzione di leggi per la loro salvaguardia negli anni questa specie ha potuto tornare ad espandersi e oggi la garzetta è considerata come specie a rischio minimo di estinzione.

La garzetta si nutre in particolare di piccoli pesci, rane, vermi, gamberi, molluschi.

Garzetta (Egretta garzetta) con verme.
Foto Maurizio Romio. Data scatto: 11 aprile 2023. Località: Santa Giulia, Porto Tolle, Italia. Fotocamera Olympus OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 + M.Zuiko MC-20, ƒ/14, 1/250 sec., 800 mm, efov 1600 mm, ISO 500, crop

Honeymoon – Moofushi, Atollo di Ari – Maldive

Aprile 1997

Moofushi, Atollo di Ari – Maldive. (Foto Maurizio Romio)
Moofushi, Atollo di Ari – Maldive. (Foto Maurizio Romio)
Piccola isola nelle vicinanze di Moofushi, Atollo di Ari, Maldive. (Foto Maurizio Romio)
Moofushi, Atollo di Ari, Maldive. (Foto Maurizio Romio) (Click on the photo to enlarge)
Moofushi, Atollo di Ari, Maldive. (Foto Maurizio Romio)

Rapaci del Delta del Po – Gheppio comune

Femmina di Gheppio comune (Falco tinnunculus). Female Common Kestrel (Falco tinnunculus)
Foto Maurizio Romio – Località: Delta del Po – Sacca degli Scardovari – Data scatto: 08/12/2022

Il Gheppio è un piccolo rapace marrone castano distribuito in tutta Italia.

Il suo habitat naturale è costituito da spazi aperti dove può cacciare piccoli roditori, piccoli serpenti e uccelli, lucertole e insetti.

Gheppio femmina. Foto Maurizio Romio. Località: Delta del Po – Ca’ Mello – Porto Tolle – Data scatto: 30/12/2022
Gheppio femmina. Foto Maurizio Romio. Località: Delta del Po – Ca’ Mello – Porto Tolle – Data scatto: 30/12/2022

Osservando la coda e la testa si possono distinguere i sessi: la coda si presenta grigia, con una bandana nera all’estremità nei maschi, così come la testa nel maschio si presenta di color grigio-blu; nelle femmine, invece, la coda è marrone con barre nere così come la testa nella femmina è di color nocciola.

Gheppio femmina. Foto Maurizio Romio. Località: Delta del Po – Ca’ Mello – Porto Tolle – Data scatto: 30/12/2022

(Foto scattata con fotocamera Olympus OM-D E-M10 MARK III  abbinata ad un teleobiettivo Olympus 100-400 f5.00-6.3 IS micro quattro terzi)

Kestrel common

The Kestrel is a small brown bird of prey distributed throughout Italy.

Its natural habitat is open spaces where it can hunt small rodents, small snakes and birds, lizards and insects.

By observing the tail and head, the sexes can be distinguished: the tail is grey with a black band at the end in males, just as the head in males is grey-blue; in females, on the other hand, the tail is brown with black bars, just as the head in females is hazel.

(Photo taken with Olympus OM-D E-M10 MARK III camera combined with an Olympus 100-400 f5.00-6.3 IS micro four-thirds telephoto lens)

Airone bianco maggiore in volo

Airone bianco maggiore in volo. Foto Maurizio Romio

(Photo taken with Olympus OM-D E-M10 MARK III camera combined with Olympus 100-400 f5.00-6.3 IS micro four-thirds telephoto zoom lens)

L’ Airone bianco maggiore esprime in volo una naturale eleganza.

Nel  Delta del Po questa specie ha trovato un habitat naturale favorevole che gli ha permesso negli anni  una progressiva stabilizzazione. L’individuazione del primo nido in quest’area risale al  1990. Ad oggi si contano una decina di coppie.

Great White Heron

The Great White Heron expresses a natural elegance in flight.

In the Po Delta this species has found a favourable natural habitat that has allowed it to gradually stabilise over the years. The first nest was found in this area in 1990. Today there are about ten pairs.

Airone bianco maggiore

Airone bianco maggiore. Località: Delta del Po. Data: 18.03.2023. Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/16, 1/160, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 200, messa a fuoco manuale, treppiede (foto Maurizio Romio)
Airone bianco maggiore. Località: Delta del Po. Data: 18.03.2023. Fotocamera OM-D E-M10 III + M.Zuiko 100-400 f5.0-6.3 with M.Zuiko MC-20, ƒ/18, 1/160, 800 mm, efov 1600 mm, ISO 200, messa a fuoco manuale, treppiede (foto Maurizio Romio)

Uccelli nel Delta del Po – la Ballerina bianca

Ballerina bianca (foto Maurizio Romio)

Ballerina bianca, nome scientifico Motacilla alba, fotografata lungo le rive del Po di Goro, un ramo del fiume Po, in località Bacucco nel Comune di Ariano nel Polesine, mentre cattura al volo un piccolo insetto.

The White Wagtail, scientific name Motacilla alba, photographed along the banks of the Po di Goro, a branch of the Po River, in Bacucco locality in the municipality of Ariano in Polesine, while catching a small insect on the fly.

Photo taken with Olympus OM-D E-M10 MARK III camera combined with Olympus 100-400 f5.00-6.3 IS micro four-thirds telephoto zoom lens

Uccelli nel Delta del Po – la Pettegola

Una piccola colonia di Pettegole fotografata nei pressi dell’Oasi naturalistica di Ca’ Mello nel Comune di Porto Tolle (foto Maurizio Romio)

La Pettegola, nome scientifico Tringa totanus, è uno dei trampolieri italiani più comuni. Una delle caratteristiche delle Pettegole è quella che, rispetto ad altri uccelli, alla vista di un pericolo sono normalmente le prime ad alzarsi in volo e comunicare l’allarme agli altri uccelli con il loro richiamo sonoro. Per questo motivo sono anche conosciute come le sentinelle delle paludi.

A small colony of Redshanks photographed near the Ca’ Mello Nature Oasis in the municipality of Porto Tolle.

The Redshank, scientific name Tringa totanus, is one of the most common Italian waders.

One of the characteristics of Redshanks is that, compared to other birds, at the sight of danger they are normally the first to take to the air and communicate the alarm to other birds with their sonorous call. For this reason they are also known as the sentinels of the marshes.