Ho preparato delle lumache alla Borgogna. Le ho mangiate solamente io… la tradizione è confermata.
Mio padre Tarcisio mi raccontava che alla vigilia di Natale, quasi 70 anni fa, per mio nonno Ermenegildo era tradizione preparare alla vigilia di Natale … le lumache.
Ho voluto riproporre in famiglia questa tradizione… le tradizioni sono importanti..
Mio padre mi diceva che non a tutti in famiglia le lumache piacevano…. Infatti a distanza di 80 anni.. mia moglie e i miei figli hanno preferito mangiare altre cose… come da tradizione.
Le origini delle famiglie dei Romio a Costabissara
Quali sono le origini dei Romio a Costabissara?
Prima di approfondire questo argomento proviamo a rispondere alla seguente domanda:
Qual’è l’origine del cognome Romio?
Si può presumere che originariamente il nome Romio fosse legato alla città di Roma con il significato “io provengo da Roma, io sono cittadino di Roma”.
Nell’antica Grecia il nome Rhomaios (Rhom-ios) si usava per indicare una persona che abitava o che proveniva da Roma.
Romioi, cioè romani, o Romios, se ci si riferiva al singolo individuo, venivano chiamati gli abitanti di Costantinopoli, città che per un periodo storico fu capitale dell’ Impero Romano.
Si può quindi ipotizzare che il nome Romio trovi la sua origine nell’antica città di Roma.
Lasciamo ora il passato.
Ritorniamo ai giorni nostri e alla nostra realtà locale… lasciamo la Roma di un tempo e torniamo al bel paese della provincia di Vicenza chiamato Costabissara.
Come sono arrivati i Romio a Costabissara?
La cosiddetta “soca” dei Romio a Costabissara, termine dialettale con il quale si indica la base dell’albero formata da una parte del tronco e dalle radici, è costituita da Ermenegildo Romio (nato nel 1888) e sua moglie Ermelinda Minati (nata nel 1889) giunti a Costabissara nel 1932 provenienti dalla vicina località di Montemezzo di Sovizzo.
Ermenegildo e Ermelinda hanno dato alla luce dieci figli….
Emilia Romio (1913), Giuseppe Romio, Maria Romio, Elvira Romio, Bruno Romio, Maria Romio, le gemelle Ottavia e Margherita Romio, Annunziata Romio e Tarcisio Romio.
Tarcisio Romio, tempo fa ha ripercorso l’itinerario fatto dai suoi famigliari.
I genitori Ermenegildo Romio e Ermelinda Minati hanno abitato inizialmente a Sovizzo, in località Montemezzo. L’abitazione è oggi (2010) trasformata in agriturismo. Situata in via Valdiezza, in prossimità dell’incrocio tra Montemezzo e Monteviale, provenendo da Sovizzo questa fattoria la si nota sulla destra.
Da lì i genitori si sono trasferiti per un breve periodo più a monte sempre in località Montemezzo.
Da Montemezzo la famiglia, si trasferisce nel novembre del 1932 definitivamente a Costabissara in località Le Scure, in via San Valentino. (Il nome di questa località, le Scure, diriva dal fatto che al tramonto è una zona in ombra in quanto a ridosso di una collina)
In questa casa la famiglia di Ermenegildo Romio ha vissuto fino al 1961.
Casa dei Romio in località le Scure a Costabissara (1942)
Un particolare: a quel tempo era tradizione per molte famiglie traslocare in prossimità dell’ 11 novembre, nel giorno di San Martino.
Ancora oggi è in uso nelle nostre zone il detto “hai fatto San Martino” con il significato di “hai traslocato”.
I’m a new-blogger and I desire to make some considerations about the blog as a sort of on-line diary.
I start speaking about the job of the journalist.
I think that the activity of the journalist substantially is to offer news.
I think not being away from the truth when I affirm that in the substance of the things to make journalism is to speak about others people, about facts and events that can be interest to the others.
Journalism is something that is reported to the others.
We are six billion people, events every second happens, you can report about the past, the present and the future. I believe that material to make journalism exists in abundance.
Perhaps for this reason the Citizen Journalism will be more and more successful.
Reporting me to the blog, for his nature a sort on-line diary, I make this question: to speak of ourselves, to speak of the things that happen but reporting these to ourselves,
to be “Home Journalist” and not “Citizen journalist” is it simple or difficult?
Now I am not able to give an answer. Of course I will find it in the progress time.
In my time, in the seventies, the worry for the one that “plays hookey” was to run into some teacher on the road.
We see now what can happen to a fifteen year-old boy that plays truant at Vicenza in the morning of November 29th 2010.
This boy gets up from the bed, he does breakfast and he thinks: “this morning I don’t feel like going to school, I will go to make a round trip in down town.”
He takes the bus but he doesn’t pay the ticket (the cost of the ticket for the urban net is Euro 1.20). The inspectors climb. They ask him the ticket, he doesn’t have it, they ask him the documents, it doesn’t have them. So the inspectors called the agents of the local police. He tries to escape but he is taken back and brought to the Command. The boy furnishes in a first moment false generalities. The end of this story?
His parents are tracked down and the little boy reenters to house, he have to pay a sanction for having climbed in bus without ticket, he will be report to the Tribunal of the Minor for having furnished false generalities.
I’m thinking about the fable of Pinocchio, about the fairy and the speaking cricket. I’m thinking about the happy ending of this fable. I hope that in the same way this boy concludes his experience.
Ai miei tempi, negli anni 70, la preoccupazione per chi “bruciava” scuola era quella di poter incontrare per strada qualche professore.
Vediamo invece ora a distanza di anni cosa può succedere ad un ragazzo di quindici anni che marina la scuola a Vicenza la mattina del 29 novembre 2010.
Questo ragazzo si alza dal letto, fa colazione e pensa: ”questa mattina non ho voglia di andare a scuola, andrò a farmi un giro in centro città.”.
Prende l’autobus, non paga il biglietto dal costo per la rete urbana di euro 1.20 (validità oraria 90 minuti). Salgono i controllori. Gli chiedono il biglietto, lui il biglietto non c’è l’ha. Gli chiedono i documenti, non li ha. Vengono chiamati gli agenti della polizia locale. Tenta di scappare ma è ripreso e condotto al Comando. Il ragazzo fornisce in un primo momento false generalità.
Come si conclude la storia?
I suoi genitori sono rintracciati e il ragazzino rientra a casa, dovrà pagare una sanzione per essere salito in autobus senza biglietto e sarà segnalato al tribunale dei minorenni per aver fornito false generalità.
Penso alla favola di Pinocchio, alla fatina, al grillo parlante. Penso al lieto fine di questa favola nella speranza che allo stesso modo si concludi l’esperienza di questo ragazzo.
Da new-blogger desidero fare alcune riflessioni sul blog come diario in rete.
Prendo come spunto di partenza il lavoro del giornalista.
L’attività del giornalista è sostanzialmente quella di riportare notizie.
Penso di non essere lontano dalla verità nell’affermare che nella sostanza delle cose fare giornalismo è parlare degli altri, di fatti ed eventi che possono interessare gli altri.
Giornalismo è un qualcosa che si riferisce agli altri.
Siamo sei miliardi di persone, eventi ne accadono ogni secondo, ci si può riferire al passato, al presente e al futuro, quindi, da non giornalista, ritengo si possa affermare
se non altro che materiale per fare giornalismo ne esista in abbondanza.
Forse anche per questo il Citizen Journalism avrà sempre più successo.
Riferendomi al Blog che per sua natura è quello di essere una sorta di diario on-line, mi pongo questa domanda: parlare di noi stessi, parlare delle cose che accadono
ma riferendoci a noi stessi, al nostro essere “Home Journalist” e non “Citizen journalist” è semplice o difficile?
Non sono per ora in grado di dare una risposta. Di certo la troverò nel corso tempo.
Maurizio Romio
(English version)
The blog and the journalism.
I’m a new-blogger and I desire to make some considerations about the blog as a sort of on-line diary.
I start speaking about the job of the journalist.
I think that the activity of the journalist substantially is to offer news.
I think not being away from the truth when I affirm that in the substance of the things to make journalism is to speak about others people, about facts and events that can be interest to the others.
Journalism is something that is reported to the others.
We are six billion people, events every second happens, you can report about the past, the present and the future. I believe that material to make journalism exists in abundance.
Perhaps for this reason the Citizen Journalism will be more and more successful.
Reporting me to the blog, for his nature a sort on-line diary, I make this question: to speak of ourselves, to speak of the things that happen but reporting these to ourselves,
to be “Home Journalist” and not “Citizen journalist” is it simple or difficult?
Now I am not able to give an answer. Of course I will find it in the progress time.
Quando si è impegnati a creare un blog si tralasciano magari aspetti più formali per concentrasi sulla parte tecnica. Ma dopo poco ci si rende conto che c’è la necessità di conoscere come potersi muovere all’interno di questa realtà… che spesso viene chiamata virtuale ma che virtuale non è nel momento in cui si rischia di andare a ledere, anche senza volerlo, gli interessi e i diritti di terzi.
Devo sottolineare che in rete ho avuto più facilità a raccogliere notizie su come fare un blog che come gestirlo dal punto di vista del diritto.
Ecco i termini con i quali ho dovuto famigliarizzarmi: framing e deep link.
In sostanza questi termini mettono in evidenza due comportamenti che in rete possono essere quasi spontanei… vedo una pagina interessante … faccio il link della pagina.
Il problema è l’uso che se ne fa di questa pagina. Se questa pagina viene inserita all’interno di una cornice di banner pubblicitari del proprio sito ecco che si parla di framing… e questo non è corretto.
Il deep link si attua quando si fa il link di una pagina interna di un sito scavalcando la home page di quest’ultimo.
L’agenzia ANSA ad esempio alla pagina Copyright definisce chiaramente i limiti di utilizzo del deep linking e del framing sui propri contenuti.
Insomma… ci sono alcune cose che è meglio conoscere quando si decide di creare un blog.
sul quale è apparso, nell’edizione del 18 dicembre 2010, l’articolo dal titolo “L’Ultima Locomotiva” scritto da Vittorio Zanmonti a ricordo di due concittadini bissaresi che ci hanno lasciato lo scorso agosto: Tarcisio Romio e Lino Cegalin
L’Ultima locomotiva (di Vittorio Zanmonti)
Santo Natale 2010
Tempo per nascere
Tempo per amare
Tempo per morire
Prima che quest’anno muoia, desidero ricordare due carissimi Amici bissaresi che ho conosciuto occasionalmente sulla pista ciclabile e che ci hanno lasciato lo scorso agosto: Tarcisio Romio e Lino Cegalin
Che dire? sono soddisfatto. Non è stato facile arrivare alla prima pagina di questo blog però ci sono riuscito. Come? attraverso la rete… ho letto recensioni, consigli e link dopo link sono riuscito a dare vita a questo blog. In quanto tempo? Circa una settimana. E’ stato come imparare un nuovo linguaggio. Adesso il blog è nato… e come per un bambino appena nato, bisognerà aiutarlo a crescere e insegnargli a viviere nel suo ambiente. Mi è piaciuta l’affermazione di un blogger che cercando di far capire questa realtà ai neofiti ha suggerito di vedere la rete come una fonte d’acqua..una fonte che mette a disposizione moltissima acqua..ma che può essere difficile da bere per la troppa disponibilità di flusso. Si tratta d’ora in poi d’ imparare ad attingere nel modo più corretto e rispettoso da questa fonte. Maurizio